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Solo un terzo dei rifiuti elettronici viene riciclato correttamente in Europa
L’11 giugno scorso Ecodom ha organizzato a Roma un convegno internazionale intitolato “RAEE: sei nazioni a confronto” dove Sistemi Collettivi di Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia si sono confrontati su dati operativi, metodologie e regole di raccolta dei RAEE nei diversi Paesi. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Manuela Soffientini, Presidente di APPLIA ITALIA e al senatore Luca Briziarelli, Vicepresidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
L’evento ha certificato che in Europa vengono generate circa 9 milioni di tonnellate di RAEE e solo un terzo vengono trattati nel pieno rispetto della legge, mentre il resto viene smaltito in modo non appropriato o finisce in discariche abusive sparse per tutto il Pianeta. La Francia è il Paese, tra quelli presenti, che nel triennio 2015-2017 ha immesso più AEE nel proprio mercato con un quantitativo medio corrispondente a 1.487.418 t/a, seguono Regno Unito (1.391.642 t), a Italia (848.011 t), Spagna (551.947 t), Olanda (333.785 t) e Portogallo (141.987 t).
La Francia si conferma al primo posto anche nel ritiro dei RAEE domestici, con un quantitativo che, nel 2018, è stato di 728.569 t, seguita da Regno Unito (493.323 t), Italia (310.610 t), Spagna (268.003), Olanda (167.235) e Portogallo (67.692), che però conteggia nella cifra fornita sia i RAEE domestici che quelli professionali.
L’Italia occupa però l’ultimo posto per quanto riguarda la raccolta pro-capite pari a 5,1 kg/ab, meno della metà della Francia (10,8 kg/ab). Sul podio anche Paesi Bassi con 9,7 kg/ab e Regno Unito con 7,4 kg/ab; seguono Portogallo con 6,6 kg/ab e la Spagna con 5,8 kg/ab.
Tra i sei Paesi partecipanti all’incontro, quattro hanno superato il target di raccolta del 45% fissato fino all’anno scorso dall’Unione Europea. Il tasso di ritorno (ovvero il rapporto tra RAEE gestiti e media delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti) è stato del 50% in Olanda, del 49% in Francia e Spagna e del 48% in Portogallo. Non hanno raggiunto la quota minima né l’Italia, ferma al 37%, né il Regno Unito con il 35%. In attesa di conoscere i numeri relativi al 2019, sembrerebbe comunque improbabile, per tutte e sei le nazioni, riuscire a raggiungere il target minimo del 65% previsto a partire dal corrente anno.
Cogliamo infine l’occasione per informare che al seguente link https://www.ecodom.report/2018/it è possibile consultare e scaricare il rapporto annuale 2018 del Consorzio ECODOM dove sono riportati tutti numeri della loro gestione.
» 12.06.2019Recenti
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